Le difficoltà dovute alla crisi energetica, nonché alle tensioni nella situazione geopolitica internazionale con il conflitto in Ucraina sono innegabili, ma per il settore retail esistono nel frangente anche segnali positivi.
E’ quanto evidenzia Confimprese, associazione nazionale rappresentativa del retail e franchising (450 marchi commerciali, 90mila punti vendita e 800mila addetti), che ha fatto il punto sulla situazione del settore in occasione del recente e sesto appuntamento annuale con il Ret@il Summit 2022, evento organizzato come di consueto a Milano.
“Il retail ha reagito con una ripresa”, ha sottolineato Mario Resca, presidente Confimprese, “soprattutto nei mesi estivi, con un trend di crescita del +28% rispetto allo stesso periodo 2021, trainato principalmente dalla ristorazione che è cresciuta del 58%, seguita da abbigliamento-accessori con una crescita del 22% e agli altri segmenti in crescita del 6%”.
Secondo Confimprese, per agevolare il settore sono necessarie alcune azioni fondamentali. La principale è quella di abbattere la burocrazia. Inoltre, evidenzia ancora l’associazione, sono necessari investimenti in energie rinnovabili per costruire una maggiore autosufficienza energetica del Paese.
Infine, Confimprese ritiene che non si debbano applicare ai canoni di affitto gli aumenti Istat previsti contrattualmente, mettendo in atto un intervento a livello istituzionale che preveda la moratoria di tali aumenti.
“Il messaggio che vogliamo dare ai retailer”, ha dichiarato Resca, “è quello di resistere e di investire. E i nostri associati stanno effettivamente investendo anche quest’anno: stanno aprendo 1.200 nuovi punti vendita che sono in corso e sarà raggiunto questo risultato entro il 2022”.
Resca ha evidenziato poi la particolare capacità di resilienza delle catene di retail, in grado di innovare e di attrarre risorse, quest’ultimo un tema particolarmente sentito in questo periodo, in cui c’è difficoltà a trovare personale.
“Molti punti vendita soffrono di mancanza di organico”, ha spiegato Resca, “la pandemia ha creato una disaffezione, ci sono negozi che hanno chiuso per molto tempo e far tornare i dipendenti è un problema”.
Sul fronte dell’innovazione, il digitale è imprescindibile, ma, ha fatto notare il presidente Confimprese, “appena si è nuovamente data la possibilità di movimento, si è visto come i clienti vogliano ritornare all’esperienza in negozio”.
A confermare la tendenza al ritorno in negozio è anche l’Osservatorio Confimeprese-EY sui consumi, che dettaglia ulteriormente i risultati di vendita della scorsa estate, sottolineandone la positività.
“Il dettaglio dei format di vendita”, spiega Stefano Vittucci, Consumer Products and Retail Sector leader della società di consulenza EY in Italia, “ci conferma che, con le restrizioni sanitarie alle spalle, gli italiani hanno finalmente ripreso a frequentare i luoghi classici dello shopping”.
Secondo lo studio Confimprese-EY, i consumi nei centri città sono cresciuti ad agosto 2022 del 15% rispetto ad agosto 2021, mentre i centri commerciali hanno registrato, sempre ad agosto 2022, una crescita del 13% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente.
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