E’ pressoché pleonastico sottolineare quanto la tecnologia, soprattuto quella interconnessa e online, sia alla base dell’evoluzione di qualsiasi settore che intenda avere non solo un futuro, ma un presente.
Alla luce di tale premessa, il mercato immobiliare e in particolar modo il segmento commerciale retail e dei centri commerciali, il quale non ha mai brillato per rapidità nell’aggiornarsi, si trova oggi ad agire in un contesto in cui l’omnicanalità costituita da attività fisiche e digitali è esistenziale.
Le applicazioni tecnologiche verticali pensate per il settore, le cosiddette soluzioni PropTech—termine nato in Inghilterra una decina di anni fa e che deriva dalla crasi delle parole ‘property’ e ‘technology’ per indicare soluzioni, tecnologie e strumenti per l’innovazione del real estate—si innestano dunque alla base di qualsiasi strategia degna di questo nome.
Secondo una ricerca di Future Market Insight, nei soli Stati Uniti il mercato PropTech raggiungerà nel 2032 un giro d’affari di 18.2 miliardi di dollari e per il medesimo viene stimata una crescita a doppia cifra nel prossimo decennio in special modo in Cina, in Giappone e nel Regno Unito.
“Per chi si occupa di property management in un ambito molto fisico come quello dei centri commerciali, abbracciare la tecnologia è tutt’altro che un paradosso”, ha dichiarato Fabio Porreca, Founder & Chairman di Svicom, nel corso di un recente meeting organizzato da RE Italy.
Il segmento del retail e dei centri commerciali è indubbiamente il più fisico tra quelli del real estate. Un segmento in cui la relazione tra landlord, tenant e consumatori finali si misura nello spazio fisico, ma in cui la spinta all’innovazione è comunque in moto, poiché necessaria: “Il settore si sta digitalizzando, si sta innovando da un punto di vista tecnologico, interpretando questa come una sfida vitale”, nota ancora Porreca.
Tra le tecnologie PropTech già sul campo e più importanti per l’efficientamento e la creazione di valore in ambito commerciale retail, vi è la modellizzazione di asset esistenti grazie al Building Information Modeling (BIM), che consente attraverso l’applicazione di software e sensori di gestire in modo predittivo e automatizzato i consumi energetici, mettendo in atto dei monitoraggi molto efficaci della funzionalità di quest’ultimi con la creazione di ‘gemelli digitali’ degli immobili, la cui analisi permette di ottenere notevoli risparmi.
Un’altra applicazione peculiare è quella dei software CRM evoluti, che possono rendere più efficaci i flussi informativi tra tutti gli attori che operano all’interno degli immobili, non ultimo quello del rapporto con i consumatori finali, un tema fondamentale per il retail, che può essere gestito attraverso piattaforme esperienziali sempre più sofisticate e interattive.
Proprio una rapida evoluzione delle piattaforme esperienziali può giungere negli anni a venire con l’utilizzo di applicazioni di realtà aumentata e virtuale, che grazie agli enormi investimenti di big tech come Meta e Apple, stanno per diventare d’uso massivo e che possono sdoganare nel prossimo futuro esperienze a distanza e in store pensate per operatori e clienti finali, sviluppate per essere compatibili con molteplici dispositivi e sistemi operativi, proponendo una qualità e una diffusione di questo tipo di tecnologia in precedenza difficilmente ipotizzabili nel breve periodo.
“Nell’ambito del retail, il mondo fisico e digitale non possono che convivere“, ha aggiunto Porreca. “La visione dicotomica di questi due elementi è assolutamente fuorviante e sbagliata, anche perché i clienti sono sempre più clienti omnicanale e chiedono di volta in volta di accedere alle offerte in maniera differente. La sfida è applicare soluzioni che siano sostanzialmente utili alla reale crescita del mercato”.
Una sfida dunque fondamentale ed epocale per il settore immobiliare retail e chi riuscirà a vincerla potrà avere un grande vantaggio competitivo: “Chi non abbraccerà il cambiamento sarà destinato a scomparire”, conclude senza mezzi termini Porreca.
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